Il 24 ottobre è il giorno, rimasto famoso nella storia come il giovedì nero, in cui ci fu il crollo di Wall Street che provocò la crisi dell’economia mondiale e segnò l’inizio della Grande Depressione: si prospettavano tempi duri. In perfetta sintonia con i tempi, Patou rilanciò la gonna lunga e, di conseguenza, gli abiti nuziali degli anni Trenta si allungano. Facciamo insieme un piccolo viaggio all’idietro? Abiti da sposa ispirazione anni ’30 dunque!
Di gran moda, come avevamo già parlato in uno dei nostri post , diventano gli abiti tagliati in sbieco, che in versione sposa diventano abiti con le maniche lunghe, e lo scollo a drappeggio si accosta di più.
L’abito nuziale simile è dell’attrice britanica Marjorie Hume (1933), semplice e raffinato allo stesso tempo: la papalina incastonata di perle e la linea della scollatura incorniciata sempre di perline.
L’attrce svedese Ingrid Bergman indossa una romantica calottina a rete”Juliet” alle sue nozze, nel 1937.
I copricapo con decorazioni di perle e di seta erano in voga all’epoca, andavano con i veli lunghi che avvolgevano questi abiti bianchi aderenti in un vaporoso strato di tulle.
Con gli anni Trenta si tornò a una nuova raffinata semplicità. Madeleine Vionnet creò un abito da nobildonna medievale e le spose ripetevano volentieri il tema, stringendo in mano buoquet di gigli bianchi o candide calle.
Un modello copiatissimo fu l’abito bianco e argento dal taglio in sbieco creato da Edward Molyneux per le nozze della principessa Marina di Grecia con il cugino di secondo grado, il Duca di Kent, nel 1934.
Ma Il più famoso abito del decennio è forse quello di Wallis Simpson, sposa del Duca di Windsor (Francia, 1937). Il re Edoardo VIII aveva rinunciato al trono d’Inghilterra per sposare l’americana divorziata. Lo stilista americano Mainbocher realizzò l’abito nuziale in crepé azzurro e ben presto si diffuse la moda degli abiti “azzurro Wallis”.
In seguito Wallis scrisse: “Come ogni altra donna che era già sposata, desideravo mettere un vestito molto lineare e un copricapo altretanto semplice che vi si intonasse”. La stoffa dell’abito, crepé di seta blu zaffiro, era stata tinta appositamente nello stesso colore della sala dove si sarebbe celebrata la cerimonia. Sopra Wallis indossava un giacchino aderente a maniche lunghe con una fila di minuscoli bottoncini sul corpetto che accentuava la sua incredibile snellezza. Donne di tutto il mondo copiarono il suo vestito, in genere con risultati disastrosi perché ben poche vantavano una vita sottile come quella di Wallis.
Sul collo le splendeva uno spillone Art Déco di zaffiri e diamanti. Un cappello di paglia con piume rosa e azzurre e un paio di scarpe scamosciate in tinta e a tacco alto completavano il tutto. I guanti corti azzurri avevano uno spacco sull’anulare per permettere al duca di infilare al dito la vera nuziale. Al polso portava un bracciale di zaffiri e diamanti, il dono del duca in occasione della firma del contratto di matrimonio avvenuta il 18 maggio 1937.
E alla fine una curiosità a proposito degli abiti da sposa colorati: una soluzione originale fu lanciata dalla proprietaria della casa di moda Ardans a Parigi, la baronessa Akkurti, che creò i modelli: ”Il mio primo matrimonio” in bianco, “Il mio secondo matrimonio” in lilla, e “Il mio terzo matrimonio” in carminio fuoco.
credits: Harriet Worsley. The White Dress. Letitia Baldrige. Spose celebri.
voci correlate: Sposa anni ’20. Sposa anni ’50.