Abiti anni ’50 dunque!
Questo il tema dei nostri nuovi abiti da sposa. Al momento però “lavori in corso”.
Abiti stilizzati, abiti ispirati da qualcosa di particolare o da dettagli riconducibili a quel periodo.
Ma nella creazione di un abito, qual è il confine tra un’ imitazione o semplicemente una fonte di ispirazione? Per gli abiti da sposa poi! Non è stato facile, ma il risultato finale sarà sicuramente appagante ( perlomeno ci speriamo ).
Noi comunque avevamo già fatto uno studio approfondito sugli abiti nuziali anni ’20 e anni ’30, e possiamo affermare con certezza, che con il passare degli anni poco è cambiato: gli abiti sono rimasti sempre lunghi, così come la manica lunga, e in più andava di moda anche il collettino. Un esempio? Guardate il nostro post dedicato all’abito da sposa di Audrey Hepburn, una indiscutibile icona di stile e di fascino. Uno di questi fu creato per lei dalle Sorelle Fontana. Ma è proprio così l’abito che sogna una sposa di oggi? Non sembra. Sopratutto per le nozze celebrate nel periodo estivo.
Quello che hanno in mente oggi le spose, che vogliono ispirarsi a un look anni ’50, romantico e sognante, prendono spunto dagli abiti da sera di allora, dagli abiti da cocktail. Vi era una infinità di proposte da cui attingere, a cui ispirarsi per trovare quei dettagli, che una sposa di oggi cerca per il look anni ’50: corsetto senza spalline, una gonna new look. Ma anche gli abiti da promenade ( vestiti da passeggio, che bei tempi! ) in lino, in cotone bianco o avorio erano bellissimi! abiti anni ’50 è una finte inesauribile, si sa.
Naturalmente noi la nostra scelta l’abbiamo già fatta e la presenteremo al consueto Defilé Dei Maestri Sartori, che avrà luogo a Milano 21 gennaio 2011 al Museo Nazionale Della Scienza e Della Tecnologia.
Un’ ultima cosa. Si sa che a tutto c’è un’eccezzione, e l’abito da sposa più bello di tutti i tempi, quello di Grace Kelly, appartiene proprio a quell’ epoca, agli anni ’50. C’è un motivo per il quale ve lo ricordiamo e lo scoprirete presto.
Voci correlate:
fotocredits: Laslo Gabany