In questo post illustriamo i vari tipi di maniche che si possono utilizzare negli abiti da sposa. In particolar modo le maniche fantasy.
Maniche a guanto, a sbuffo e maniche kimoncino ( magistralmente evidenziate negli abiti nuziali di Grace Kelly, Nicole Kidman e Jacqueline Kennedy) rappresentano il classico, la tradizione.
Altre possibili soluzioni le illustriamo qui di seguito.
E alla fine una serie di maniche fantasy :
A noi, appassionati della storia di moda, piace molto questa ultima serie: le maniche fantasy. Probabilmente i designers hanno preso lo spunto proprio li, nei libri della storia. Guardate che modelli interessanti vi si possano trovare. E la fantasia poi decolla!
Maniche ad Angelo
Maniche molto famose per la loro foggia con cui vengono spesso associate al Medioevo. Queste maniche erano caratterizzate dal fatto che la parte inferiore fosse notevolmente più lunga e ampia di quella superiore. Quindi, se da un lato la maniche aderivano al braccio della dama che le indossava, dall’altro si aprivano scampanate fino ai fianchi e, nei modelli più esagerati, al pavimento.
In Epoca Vittoriana queste maniche non erano così lunghe e ingombranti. Anzi, era molto più frequente la variante a campana, che invece era simmetrica.
Erano molto apprezzate nella fattura dei soprabiti e cappotti femminili perché non stringevano la manica del vestito sottostante. Permettevano anche di mettere in mostra la fattura.
Hanging sleeve
Definita anche manica aperta oppure manica pendente. Era un particolare tipo di manica realizzato da una sola pezza di stoffa. Questa pezza si univa sul davanti dell’abito con un cucitura a vista, spesso esaltando i due bordi con rifiniture di altro colore o pelliccia, in modo che fosse ancora più evidente.
Questo tipo di attaccatura arrivava, però, fino al gomito. Mentre da lì in poi i due lembi risultavano slegati e pendenti dai due lati, creando l’effetto “a mantellina” intorno al braccio.
Erano particolarmente in voga durante il Medioevo e poi nel Rinascimento. Non venne, invece, molto considerato dalla moda inglese e francese dell’Ottocento, sebbene continuasse a riscuotere grandissima popolarità nell’Europa dell’Est. In particolare alla corte russa degli zar, dove era un dettaglio importante degli abiti da corte.
Maniche a lanterna
Una manica molto caratteristica, simile a quella che spesso associamo a Biancaneve oppure ai vestiti del 1820-1830. Questo tipo di manica parte da sopra la spalla e si allarga fino a metà della parte superiore del braccio, per poi tornare a stringersi, grossomodo con la stessa angolatura, prima della piegatura del gomito, dove la manica può terminare con volant o galé, o una fettuccia, oppure continuare, diventando una manica lunga, con un prosieguo molto più attillato.
La manica è necessariamente divisa in due parti ed una cucitura abbastanza evidente percorre la circonferenza della manica nel suo punto più largo, quindi prima di incominciare a restringersi.
Nelle fogge più moderne la partenza della manica può non essere più all’altezza della spalla, ma anche a metà del braccio.
Durante l’epoca medievale e rinascimentale, la manica era caratterizzata dall’assenza della cucitura mediana che diventerà invece essenziale durante il periodo victoriano, la stoffa della parte superiore della manica, inoltre, quindi prima dell’ipotetica cucitura, poteva essere anche molto in eccesso, creando un effetto rientrato.
Maniche Marie
Manica molto simile a quella juliet, ma caratterizzata non da un solo sbuffo, ma da tanti che corrono lungo tutta la lunghezza dalla spalla fino al polso.
Di ispirazione probabilmente rinascimentale o orientale, tornarono in voga durante l’epoca Regency e vennero anche definite gabrielle oppure mamaluke.
La confusione tra maniche gabrielle, marie, mamaluke oppure juliet, comunque, è totale.
Maniche a pagoda
Di foggia ispirata a quella a campana, la manica a pagoda è caratterizzata da un’apertura al polso molto larga, ma di taglio non lineare, bensì curvilineo, in più la particolarità di questo tipo di manica era l’effetto sottomanica che si creava con una serie di pezze di cotone con ruches o borderie d’anglaise applicate dall’interno, in modo che sembrasse che quella fosse solo una sopramanica.
Questa foggia divenne particolarmente di moda durante gli anni sessanta dell’Ottocento e rappresenta la base di tutti gli abiti da donna dei film western che siamo abituati a riconoscere in tv.
Maniche a strati (paned)
Tipica manica cinquecentesca caratterizzata da uno sbuffo sulla spalla costituito da strisce di tessuto non unite tra di loro, da cui spuntano i colori della camicia sottostante. Molto adoperata da Cinquecento e Seicento, era diffusissima in tutta Europa: Francia, Spagna, Italia, Germania e anche Inghilterra, è possibile riconoscerla nei dipinti di Enrico VIII ed è anche la manica del vestito del principe Edward nel film Come d’incanto con la brava Amy Adams.
Maniche Victoria
E’ un particolare tipo di manica caratterizzato da un’attaccatura dropped shoulder come abbiamo visto qui sopra, stretto nella parte iniziale del braccio che si allarga in uno o due puff attorno alla piega del braccio, per tornare poi lineare e attillata sull’avanbraccio inferiore fino al polso.
Maniche Virago
Un tipo molto singolare di manica dove il tessuto era cucito insieme solo all’altezza della spalla e al polso, mentre al centro della manica, precisamente alla piegatura del gomito, veniva unito tramite un fiocco o una fettuccia. Le due asole che andavano a formarsi dovevano mettere in mostra il prezioso tessuto della camicia sottostante o della finta camicia, cioè della pezza cucita ad arte tra i due lembi, un po’ come nelle maniche a strati.
Una manica opulenta di fattura tipicamente seicentesca, ma che ricorrerà nuovamente nel guardaroba della seconda metà dell’Ottocento quando le maniche inizieranno ad assumere forme gigantesche.
Fonte: Georgiana’Garden
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