Parlare di Valentino Garavani oggi è parlare di storia: storia di moda, di eleganza, di stile. E’ stato, e sarà sempre un’icona, un mito inarrivabile. E noi intendiamo parlarne, proponendo un viaggio a ritroso, attraverso i suoi abiti da sposa, che rappresentano il culmine della sua creatività. Parliamo di abiti da sposa di Valentino.
Partiamo dall’inizio
Abiti da sposa, dunque, e non solo. Ed allora partiamo dal inizio: Siamo alla fine degli anni ’50, Roma stava vivendo un periodo di grande fermento, Cinecittà stava diventando una piccola Hollywood.
Valentino, il futuro grande Sarto (a noi piace chiamarlo così), dopo diverse esperienze nelle più prestigiose maison parigine, ritorna in Italia e, dopo essersi disfatto del suo cognome, inaugura il proprio atelier. A Roma appunto, in un periodo in cui le foto di artisti e divi del cinema vestiti da sarti italiani facevano il giro del mondo.

Noterete certamente in questa foto Liz Taylor con un abito di Valentino, che l’attrice indossò in occasione della Premier del film Spartacus, a Roma. Era il 1961, e l’attrice restò fedele a Valentino per tutta la vita. E ancora l’ abito da sposa di Valentino, che Liz Taylor indossò in occasione delle sue nozze con Larry Fortensky, nel 1991:

Valentino per Jacqueline Kennedy
All’epoca, tornando negli anni ’50-’60, nonostante fosse all’inizio della sua carriera, Valentino, il couturier ( il Sarto per noi), divenne un punto di riferimento anche per le nuove generazioni che si affacciavano al jet set. Apprezzavano molto il suo stile giovane, fresco, la sua creatività, magari un’ po floreale, ma sempre di gran classe. E divenne così il beniamino sia della nobiltà, che della nuova classe emergente. In quegli anni poi parecchi personaggi entrarono in scena come modelli da imitare: artisti, dive del cinema, ma anche “categorie” nuove. Un esempio? Jacqueline Kennedy, da sempre sinonimo da classe ed eleganza. E Valentino contribuì non poco a consolidare la fama che Jacqueline Kennedy godeva in quegli anni: un icona di stile che dura tuttora.
Racconta Valentino, in una intervista resa alla famosa giornalista di moda Janie Samet:
“… a distanza di qualche mese dalla scomparsa di suo marito, il presidente John Fitzgerald Kennedy, Jakie mi affidò tutto il suo guardaroba ed io iniziai realizzando per lei una serie di tailleur bianchi e neri. L’anno successivo, in occasione del viaggio che lei fece in Cambogia con suo cognato Bob Kennedy, creai per lei dodici completi, tra i quali anche un attillato abito da sera di colore verde ricamato con il filo d’argento. Il tutto in armonia con alcuni suoi gioielli. Ed oltre il modello di un’altro abito, secondo un suo desiderio, fu ripetuto in diverse tonalità di colore.”

Lei, Jakie, non aveva più l’obbligo dello stilista ufficiale made in USA (quando era la first lady, questo ruolo era dello stilista franco-russo Oleg Cassini che realizzò per lei qualcosa come 300 abiti) e quindi era libera di scegliere i propri abiti ovunque lo ritenesse opportuno.
E poi arrivò una richiesta inaspettata: un abito nuziale. Abito che indosserà in occasione delle sue nozze con Aristotele Onassis, armatore greco, che, come pegno di fidanzamento, le fece in regalo un anello di diamanti da 40 carati. Fu una cerimonia all’insegna della sobrietà, senza eccessi, a cui parteciparono solo una stretta cerchia di parenti e di amici. Si trattava di seconde nozze per entrambi, e la scelta dell’abito fu ispirata da questa situazione e anche per i motivi di opportunità ( Lei in fondo era la vedova del Presidente John Kennedy, perito in circostanze drammatiche). Jacqueline scelse un abito che faceva parte della famosa Collezione Bianca di Valentino, dedicata proprio a lei, Jacqueline Kennedy.

Della Collezione Bianca e di questo abito in particolare vi abbiamo già raccontato tutta la storia.
Il rapporto di amicizia che lo stilista riesce a creare con le sue clienti è risaputo, ed è per questo che si concretizza anche una specie di cambio generazionale. Infatti anche la figlia di Aristotile Onassis, Christina, scelse per le sue nozze, nel 1975, con Alexander Andreadis, un abito della collezione primavera-estate 1975 di Valentino:

E più recentemente, nel 2011, Valentino, sempre lui, disegna l’abito nuziale di Athina Onassis. E’ stato un matrimonio blindato, senza fotografi, ed è per questo che di quest’abito esiste solo il disegno ed una immagine rubata da un paparazzo.

Abiti da sposa di Valentino per i reali
Possiamo però ammirare altri abiti nuziali creati da Valentino. Nozze reali, che si trasformano sempre in un evento mediatico. Come le nozze di Marie-Chantal di Grecia:

Valentino realizzò questa mise nuziale da 100 mila dollari per le nozze dell’ereditiera americana col il Principe ereditario Pavlos di Grecia nel 1995. L’abito in seta color avorio, impreziosito da un delicato ricamo fantasia: petali e fiori. Ma il pezzo forte è sicuramente il bellissimo velo di pizzo antico.
Oppure come quello della Principessa Màxima, della casa reale olandese convolata a nozze con il Principe ereditario Guglielmo-Alessandro nel 2002:

E’ un abito importante, sontuoso, con lunghissimo, imponente strascico, ben diverso da quello realizzato per l’attrice Clotilde Courau per il suo matrimonio con il Principe Emanuele Filiberto di Savoia, celebrato a Roma nel 2003: L’abito è in stile impero, in georgette di seta bianca, e bouquet di rose a cascata dissimulava abilmente una evidente gravidanza:

Abiti da sposa di Valentino per celebrità
Tante celebrità sono ricorse alo stile e alla creatività di Valentino, consapevoli del fato che la loro sarebbe stata una scelta vincente. Indossare un abito di Valentino è sempre stato una scelta vincente! In effetti, Valentino diventerà un apripista, perché tra le celebrità di Hollywood e per i personaggi politici e demi mode diventerà consuetudine rivolgersi a famosi stilisti per la realizzazione dei loro abiti da sposa.
Negli anni ’70, anni di antimoda, come abbiamo già visto nella retrospettiva degli abiti da sposa di Yves Saint Laurent, così come anche per gli abiti da sposa di Jacqueline Kennedy e Christina Onassis, le spose non cercavano abiti molto impegnativi, o troppo classici. Per lo più gli abiti nuziali erano poco formali, anche semplici, ma sempre unici, inconfondibili, così come, per esempio, l’abito che Valentino disegno per l’attrice Marisa Berenson, per il suo matrimonio con Jim Randall nel 1976.

Questo stile semplice, quasi essenziale, durò fino al 1981, anno del matrimonio di Lady Diana con il Principe Carlo d’Inghilterra. Lady D invertirà la tendenza. Il suo è stato un abito principesco, assolutamente da fiaba. Questa tendenza è durata parecchi anni, e forse dura ancora, ma non era ovviamente il credo di Valentino. Il suo stile è rappresentato perfettamente dall’abito da sposa disegnato per l’attrice Courtney Cox nel 1999: scollo ampio, maniche lunghe, aderente, senza sfarzi, ma sempre con strascico e velo lungo, in questo caso lavorato a pois e bordato di raso:

Così come l’abito da sposa di Claudia Schiffer che nel 2002 andò sposa al produttore cinematografico Matthew Vaughn. Abito con tanto di strascico e un velo lungo:

Più sfarzoso invece l’abito da sposa di Jenifffer Lopez, anno 2001, sposo Oris Judd: un’elegantissimo abito in pizzo, lunghe maniche trasparenti, impreziosite da scintillanti cristalli:

Oppure l’abito da sposa di Lavinia Borromeo. Rappresentante della nobiltà italiana che andò in sposa nel 2004 all’erede della famiglia Agnelli John Elkann:

Fuori del coro invece l’abito di Pamela Anderson. star di Baywatch, che nel 2007 sposò Rick Salomon. Tutt’altro tipo di matrimonio del resto:

Matrimonio lampo a Las Vegas, ed allora un mini abito in denim color crema ci poteva anche stare (visto soprattutto i suoi precedenti: sposa in bikini a Saint-Tropez con Kid Rock nel 2006).
Abiti da sposa di Valentino in passerella
D’altronde fra collezioni da sposa Haute Couture, prêt-à-porter e chi ne ha più ne mette, ci sono proposte per tutti i gusti. Sposa classica, sposa informale, sposa che non vuole sembrare sposa, sposa minimalista, abiti importanti, semplici etcc.; oggi c’è una scelta enorme, forse troppa.
Ed ora un omaggio a Valentino: un omaggio al suo mito, al suo talento, alla sua creatività:
Valentino: il più grande stilista di sempre
Valentino: il più grande Sarto di tutti i tempi
Che mondo sarebbe stato senza Valentino….
E la sua storia, la storia della sua maison sono ospitate in un castello vicino a Parigi. Un archivio storico, patrimonio inestimabile per tutta l’umanità. Perché l’arte, cosi come il genio, la bellezza e la creatività sono patrimonio dell’umanità intera.
fotocredits:
Valentino Garavani Virtual Museum
Corbisimages