Stiamo godendo gli ultimi giorni del bel tempo, stando a quanto dicono i meteorologi. A breve cambieremo quindi il guardaroba, riponendo giacche e giacconi negli armadi per fare posto a piumini e cappotti. Capispalla è una categoria importante per noi. Normalmente i cappotti e le giacche li facciamo solo su richiesta, ma quest’anno abbiamo realizzato qualche prototipo di capispalla che rappresentano categoria un po’ particolare: i caban. E’ l’argomento del nostro articolo.
Qual’ è modo migliore di salutare le belle giornate autunnali che stiamo per lasciare alle spalle? Con questi immagini!Le foto che abbiamo scattato questi giorni nel parco Ravizza, vicinissimo alla nostra sartoria!
Immersione in una natura a portata di mano. In realtà abbiamo approfittato della visita della nostra amica Valeria e abbiamo improvvisato un shooting, per divertirsi un po’ creando anche look quotidiani con dei nostri capi: metropolitano e chic, giocando sugli abbinamenti di accessori.
Questi nostri capi rappresentano il genere di capispalla un po’ particolare: i caban. E vogliamo approfondire questo argomento.
Chi:
L’attrice francese Catherine Deneuve, musa di Yves Saint Laurent, è stata tra le prime adepte del suo caban femminile: lei lo portava con abiti svasati a righine e scarpe senza tacco
Cosa:
Cappotto doppiopetto dal bavero ampio e con grossi bottoni. In inglese porta il buffo nome di pea coat: pare che provenga dalla parola olandese “pij”, che indica un tessuto di lana ruvida e grossa.
Come:
Il caban dà il meglio di sé se indossato con pantaloni a sigaretta oppure sopra a un vestito dalla linea A della stessa lunghezza o leggermente più lungo.
Quando:
I marinai hanno portato questo tipo di cappotto, come parte dell loro divisa, sin agli anni ’30 dell’Ottocento e poi fino alla seconda guerra mondiale e agli anni ’40. Nel 1962 Yves Saint Laurent ne creò una versione femminile con grandi e appariscenti bottoni dorati.