L’abito da cocktail è un abito elegante, che si indossa in occasioni di eventi più o meno importanti. La lunghezza varia a seconda della moda del momento e dell’importanza dell’evento stesso. Può lasciare scoperto il ginocchio fino ad arrivare all’altezza del polpaccio. Quando è almeno 5 cm sopra la caviglia è considerato un abito da the, mentre quando arriva fino alla caviglia, viene identificato come un abito della lunghezza ballerina, anche se questo viene annoverato tra gli abiti da sera.
Così lo definisce Wikipedia.
Ma veniamo alle istruzioni per l’uso.
Un abito da cocktail, oggi, non deve essere molto lungo o troppo appariscente, ma sempre ben costruito e di buona fattura quindi. Questi sono principi da non trascurare, in quanto l’abito da cocktail fa parte del dress code per eventi di una certa importanza. A differenza degli abiti da sera o di gala, l’abito da cocktail per eventi importanti oggi deve essere non troppo decorato, appariscente e la sua lunghezza non deve essere sopra il ginocchio, o superare metà polpaccio. L’importante che il tessuto sia sempre pregiato, di qualità: raso, velluto, taffetà, pizzo o di seta nelle sue varie tipologie. Di solito è senza maniche e senza collo, ma c’è una regola d’oro che andrebbe sempre rispettata: più è aperto e ricco dalla vita in giù, e più deve essere sobrio nella parte superiore, e viceversa.
Di solito in un cocktail party non si dovrebbe indossare un abito troppo scollato, ma se al cocktail segue un buffet o una cena seduta, la scollatura può essere anche abbastanza profonda.
L’abito da cocktail estivo in genere è più aperto, e si realizza in tessuti leggeri come georgette o chiffon da colori vivaci.
Per l’inverno colori tradizionali restano sempre il rosso, il nero ma anche blu notte o viola. I tessuti più adatti restano sempre il velluto o il raso preferibilmente in tinta unita. D’ inverno si possono coprire le spalle con una pashmina da sera o una stola. Su un abito particolarmente aperto si può indossare un soprabito elegante (anche dello stesso tessuto) oppure un bolerino.
Per un abbinamento ideale scegliete sempre abito e le scarpe della stessa tonalità, così come stola e borsetta. Importante è anche la scelta della borsetta: una 2.55. di Chanel o una pochette da tenere sotto il braccio vanno benissimo, così da avere le mani libere per un … cocktail.
Un po’ di storia
In Europa i cocktail hanno incominciato ad essere in auge nei primi anni del ‘900, ma il precursore dell’abito da cocktail, è apparso negli Stati Uniti nel bel mezzo di proibizionismo ( 1920-1933) come “democratizzazione” dell’abito da sera. All’epoca le serate si organizzavano nelle case private oppure in locali clandestini nei quali il jazz la faceva da padrona così come charleston. Li si trovava per socializzare e per divertirsi, e l’abito da sera no era, ovviamente, molto adeguato, era troppo impegnativo.
In quel periodo, alcolici e superalcolici si reperivano solo attraverso il contrabando, che era gestito dalla malavita, ed erano superconcentrati per esigenze di trasporto. Da qui la necessità di deluirlo per renderlo bevibile. Fu così che nacquero cocktail party, che divennero in seguito un vero e proprio stile di vita. E da qui l’esigenza di un abito ad hoc, l’abito da cocktail!
In Europa, però, solo dopo la seconda guerra mondiale l’abito da cocktail cominciò a fare capolino. I nomi dei famosi cocktail come Shady Lady, Pink Rose, Fallen Angel ispirarono tanti stilisti degli anni ’50. Ed allora presero piede abiti di chiffon con tanto di drappeggio, corti bolerini, discutibili cappellini con piuma o anche senza, pochette ricamate dove entravano soltanto un fazzolettini e un rossetto. Un perfetto stile new look per un femminilità perfetta.
Verso la fine degli anni ’50 trovarono spazio, insieme agli abiti da cocktail, completi in broccato o in tessuto compatto, nero, ricamati o con alti polsi di pelliccia. Dopo la metà degli anni ’60 però andarono in disuso, sopratutto per i cambiamenti sociali che contraddistinsero quel particolare momento.
La moda rispecchia sempre il tempo e le tendenze del momento, per cui negli anni ’80, anni d’oro, e con la vita mondana molto movimentata gli abiti e i completi da cocktail tornarono prepotentemente alla ribalta. Forse un po’ troppo luccicanti, trasgressivi. A metà degli anni ’90, però, c’è stato un ritorno al classico, e l’abito da cocktail diventò un punto fermo, un must have nel guardaroba di ogni donna. Così fino ai nostri giorni. Noi vi consigliamo di più di uno nel vostro guardaroba: uno classico, sempreverde e qualcun altro magari più sfizioso, casual!
Nostri abiti per look diversi
come questo un po’ da famme fatale, abito dalla scollatura profonda in voile cangiante:
un po’ couture , abito in taffettà ricamata con guarnizioni in raso:
e per l’estate abiti in chiffon con una sofisticata stampa dai colori classici:
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